Francesco Zizola

Francesco Zizola

Francesco Zizola (1962) nasce a Roma, città dove intraprende una formazione umanistica nel campo dell’antropologia culturale. Dal 1986 le sue foto appaiono sui più noti periodici e sulle testate nazionali ed internazionali. Dotate di un’intensa umanità le sue immagini suscitano stati d’animo ed emozioni profonde. Zizola ha vinto per quattro edizioni il premio “Pictures of the Year” (USA) ed è stato premiato nove volte al World Press Photo, ottenendo nel 1996 il “World Press Photo of the Year” con il reportage sulla tragedia delle mine in Angola.

Premi World Press Photo
Terzo Premio, Nature Singles 2012
Secondo Premio, People in the News 2008
Primo Premio, Portraits Singles 2005
Secondo Premio, Daily Life Stories 2002
Primo Premio, General News 1998
Secondo Premio, General News Stories 1998
Primo Premio, People Stories 1997
World Press Photo of the Year, per la testimonianza della tragedia delle mine in Angola 1996
Primo Premio, People in the News 1995

Riconoscimenti
Primo e Secondo Premio, NPPA the Best of Photojournalism, Stati Uniti 2008
Menzione d’onore, 16th LeadAwards, Germania 2008
Menzione d’onore, Hansel-Mieth Prize, Germania 2008
Primo Premio, One Vision European 2007
NPPA the Best of Photojournalism 2007
Premio della giuria, DAYS JAPAN International Photojournalism Awards 2007
Vincitore Annuale Web per il Photo District News, Stati Uniti 2006
Hansel-Mieth Prize 2005, Germania 2006
Pictures of the Year International, Stati Uniti 2006
Born Somewhere, Photo District News Best Book Selection 2005
Secondo Premio, NPPA Best of Photojournalism, Stati Uniti 2005
Riconoscimento speciale, Alexia Foundation for World Peace per “Frontline: the Nuba in Sudan”, Stati Uniti 2004
Menzione d’onore, Hansel-Mieth Prize, Germania 2004
Pictures of the Year, National Press Association per “Killing Fields” in Iraq pubblicato in U.S. News & World Report 2003
Menzione d’onore, Hansel-Mieth Prize for “Pearl fishermen” in Indonesia, pubblicato in Mare, 2001
Secondo Premio, Eugene Smith 2000
Pictures of the Year, National Press Association per “Underneath China’s Boom” pubblicato in US News & World Report 1998
Pictures of the Year, National Press Association per “Burn Victim in Iraq” pubblicato in Life Magazine 1997
Visa d’Or, International Festival of Photojournalism 1996
Ruas, miglior libro, Premio MIFAV, assegnato dalla Scuola di Immagini Fotografiche e Arti Visive dell’Università di Roma, 1994.

Pubblicazioni
Uno Sguardo Inadeguato, FIAF Collana Grandi Autori, Italia 2013
Iraq, Gruppo Abele Italia 2007
Né Quelque Part, Delpire Editeurs Francia / Born Somewhere, Fusi orari Italia 2004
Etats d’enfances, Photo Poche Francia / Contrasto Italia 1999
Sei Storie di bambini, Contrasto Italia 1997
Ruas, Gruppo Abele Edizioni Italia 1994

Mostre Personali
Uno Sguardo Inadeguato, Museo di Roma in Trastevere, Italia 2013
Shadows, MART – Museum of modern and contemporary art di Trento e Rovereto, Italia 2010
Francesco Zizola: Fotogiornalista, Sao Paolo Brasile 2010
Beach Culture, Rio de Janeiro, Brasile 2010
Born Somewhere, Hatachana Gallery, Tel Aviv, Israele 2009
Mondi al Limite, Francesco Zizola per MSF, Festival di Internazionale, Ferrara, Italia 2009
Voci dal cuore, Enel Cuore Onlus, Rimini, Italia 2008
Born Somewhere, Museo di Roma in Trastevere, Italia 2006
I cento volti dei bambini, Palazzo Magnani, Reggio Emilia, Italia 2006
Obiettivo Uomo Ambiente featuring Born Somewhere, Viterbo, Italia 2005
To Live, Koroska Gallery of Fine Arts, Slovenj Gradec, Slovenia 2005
Shadows, Scuola Romana di Fotografia, Roma Italia 2004
Heirs of 2000, NRW Forum, Dusseldorf, Germania 2000
Etats d’enfances, Parigi, Francia 1998
Galleria FNAC, Parigi, Francia 1998
Heirs of 2000/Unicef, Arengario di Palazzo Reale, Milano, Italia 1997
Heirs of 2000/Unicef, Palazzo delle Esposizioni, Roma, Italia 1996
Visa pour l’image, Perpignan, Francia 1995

Mostre Collettive
Solutions by NOOR, 10b Photography Gallery, Roma, Italia 2011
Consequences by NOOR, 10b Photography Gallery, Roma, Italia 2011
Testimoni del Nostro Tempo, Roma, Italia 2010
Consequences by NOOR, DASK Gallery, Copenhagen, Danimarca 2009
One Noor in New York, CVZ Contemporary, NY, Stati Uniti 2007
Act of Faith, Noorderlicht Photofestival, Olanda 2007
Les choix d’Henri Cartier Bresson, Paris, France 2003, Barcelona, Spagna 2003

Collezioni
Le Musée Nicéphore Niépce, Chalon-sur-Saone, Francia
Maison Européenne de la Photographie, Gentilly, Francia

Francesco Zizola è fotografo, Francesco Zizola è giornalista, Francesco Zizola è italiano. Fotografie. Tante. Momenti drammatici, scatti fugaci che immortalano istanti di vita, di morte. Zizola documenta brani di storia contemporanea. Attraverso il suo occhio, realtà lontane nello spazio diventano terribilmente vicine, familiari, comprensibili. Africa, Asia, Americhe, ricchi e poveri, pace e guerra, a colori o in bianco e nero, le sue fotografie sono legate da quel senso dello spazio, dell’armonia, della misura tutto italiano. E’ quel senso di classicità che rendeva unico un innovatore come Modigliani nella Parigi di inizio Novecento, o Alberto Burri nel panorama dell’arte informale, che affonda le proprie radici nella cultura del saper vedere ciò che si guarda. Quella capacità di individuare l’assoluto nel quotidiano, senza cercarlo, senza volerlo, perché innato in chi è cresciuto facendo dello sguardo il proprio mestiere.

“Non puoi accettare passivamente quel che ti da la macchina, la scelta è tua” afferma Zizola in una intervista a Michele Smargiassi , e così una gabbietta appoggiata sul parapetto davanti allo skyline di Lanzhou in Cina diventa monumentale, richiamando il senso di sospensione e di assoluto della quattrocentesca Città ideale di Urbino. E’ una questione di scelte, appunto. E così anche la giovane seduta alla luce di una lampadina è una moderna Maddalena di George de la Tour o il giovane che guarda volare in proprio aquilone trasmette lo stesso senso di leggerezza e stupore di alcune composizioni di Tiepolo, teatrali ma misurate, nella certezza che anche l’impossibile possa divenire reale. Molteplici sono i riferimenti possibili, riconoscibili e condivisibili, che da Zizola vengono usati come citazioni lontane, non necessariamente o facilmente individuabili, ma capaci, grazie alla sua sensibilità artistica, di farci dimenticare il chi, il dove, il perché dei suoi scatti, per condurci con delicatezza ad entrare nell’assoluto delle opere d’arte.

- Laura Mocci

UNA FINESTRA APERTA

Anche se c’è forse un campo in cui la fotografia non può dirci nulla di più di ciò che vediamo con i nostri occhi, ce n’è un altro in cui ci dimostra quanto poco i nostri occhi ci consentano di vedere.”

- Dorothea Lange

Dieci anni di viaggi e immagini, percorrendo mondi lontani come quello delle piantagioni di canna da zucchero in Brasile, passando sulle rive del fiume più antico del mondo dove giocano due bambini figli della nazione più giovane al mondo, per finire in uno stabilimento termale sulle rive del Mar Morto in Israele. In queste immagini si snoda il commento personale di un fotografo che ci offre la sua visione del mondo – il nostro mondo – che lui ha attraversato in lungo e largo nel corso degli ultimi dieci anni.

Sette anni fa, con la mostra Born Somewhere, Francesco Zizola ha documentato le condizioni di vita di bambini provenienti da tutto il mondo. Anche quello fu un progetto lungo dieci anni ed è per questa ragione che si offre come un interessante, e forse irrinunciabile, punto di riferimento. Born Somewhere ci ha raccontato le storie di giovani vite segnate precocemente dalla violenza delle logiche del mondo degli adulti, e lo ha fatto attraverso il linguaggio classico del fotogiornalismo, quello del bianco e nero.

La mostra Uno sguardo inadeguato invece è carica di colori e sembra legittimo considerarla come il controcanto di quella che l’ha preceduta. Se da una parte ci offre scene di ciò che accade intorno a noi e nel mondo, dall’altra sembra quasi che voglia accendere un dibattito, se solo siamo in grado di raccogliere la sfida e metterci a guardare. I bambini di Born Somewhere sono cresciuti? E gli adulti, che cosa hanno costruito? Il colore rende questo sguardo ancora più contemporaneo e ci racconta il qui e ora.

La fotografia di Francesco Zizola continua a rivelare l’anima dei luoghi in cui i suoi occhi hanno imparato e imparano a guardare. Le immagini raccolte in Uno sguardo inadeguato non documentano pessimisticamente il capolinea di una civiltà. Questa mostra infatti vuole essere sia una dichiarazione che una serie di punti interrogativi, di metafore, di aperture meta-filosofiche. Uno sguardo inadeguato è una sfida – allo status quo – e un invito ai visitatori a lasciarsi coinvolgere. È soprattutto una visione della condizione umana, come lo sono i due ragazzi che fissano l’immensità dell’onda che sta per infrangersi sulla spiaggia dell’Arpoador di Rio de Janeiro. Un’allegoria essenzialmente metafisica, come se fossimo tu ed io di fronte al mistero dell’universo. Qui ritroviamo il miglior esempio di fotografia documentaristica contemporanea. Una finestra è stata aperta e spetta a noi affacciarci per guardare fuori. E in questo gesto insiste ancora una traccia di speranza.

- Deanna Richardson

Per gli antichi greci, il termine Hybris o Hubris si definisce il peccato di eccesso e una sopravvalutazione della propria competenza – provocando una punizione degli Dei.

La serie Hybrid: Schiavonea si concentra sul rapporto di dominanza e il superamento dei limiti da parte dell’uomo rispetto al mare. Queste immagini si riferiscono a un tempo in cui il mare era ancora abitata da pesci. Questo corpo di lavoro unisce ritratti, nature morte e reportage dai mari della Calabria.

La serie Hubris è il peccato di arroganza nel dominio dell’uomo sulla natura. Fatale per il mondo vivente del mare, che sta rapidamente scomparendo. Con questa serie, Francesco Zizola ha prodotto una metafora visiva e allo stesso tempo, una storia del nostro tempo.

“Pesce”, egli disse: “Io ti amo e stimo molto. Ma io ti ucciderò prima che questa giornata si conclude. “
– Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare